La chiesetta di San Vito
La fondazione della chiesa si deve al sacerdote Vito Antonio Cozzolino di Battimo dopo aver ricevuto in dono dal magnifico Cesare Niglio, un terreno di mezzo quarto di moggio in località Fosso Grande vicino le Novelle, decise di costruire una nuova cappella in sostituzione del piccolo oratorio, posto nella sua masseria, in cui si celebrava la messa per i fedeli della contrada. Dedicata a San Vito Martire, la chiesa, che si trova a 180 m sul livello del mare, fu edificata a partire dal 1749 nella frazione San Vito di Resina, l’attuale Ercolano. L’edificio fu circondato dalla lava nel 1767, senza subire miracolosamente alcun danno. Nel 1845 fu raggiunta dalla via pubblica costruita per agevolare l’ascesa al cratere del Vesuvio.
Al 1888 risalgono gli interventi più significativi: per merito dei cugini Dionigi e Andrea Cozzolino, entrambi sacerdoti, fu rifatto il nuovo abside, aggiunto il braccio di crociera nella parte sinistra, è ricostruito l’altare di marmo. Nel corso del Novecento la chiesa è stata più volte rimaneggiata: nel 1963 il rettore don Luigi Sannino, grazie ai finanziamenti ricevuti attraverso le donazioni dei fedeli, fece sostituire il vecchio pavimento, decorare in marmo le pareti della navata ed affrescare il soffitto. Nel 1983, infine, con lo spostamento dell’altare verso il pubblico, è con l’acquisto di nuovi locali, la chiesa ha assunto l’aspetto che tuttora presenta allo sguardo del visitatore.
San Vito fu un martire che, si narra, iniziò a compiere i primi miracoli a soli 7 anni. Subì varie persecuzioni, ma la sua fama di guaritore arrivò fino alla corte dell’imperatore Diocleziano che, credendo il figlio presumibilmente epilettico posseduto dal demonio, mandò a chiamare San Vito, il quale giunto a Roma, guarì il malato ma venne ugualmente torturato e imprigionato. Salvato poi da un angelo, fu portato presso il fiume Sele dove testimoniò la sua fedeltà a Cristo con il martirio.
Presso questa chiesetta, il primo fine settimana di ottobre di ogni anno, salvo imprevisti meteorologici, viene festeggiato il Martire San Vito con il tradizionale “volo degli angeli“; due ragazzini vestiti da angeli vengono mossi da un sistema di carrucole su funi sospese. La statua del Santo protettore viene portata in giro per le campagne circostanti, al fine di benedire il territorio ed i suoi abitanti. La festa richiama ogni anno centinaia di fedeli e curiosi.