Le stazioni
Stazione | Altitudine | Distanze progressive |
Pugliano (dal 1913) | 70 | 0 m |
Olivi (fino al 1913) | 90 | 450 m |
Centrale Elettrica | 250 | 3800 m |
Eremo | 575 | 5375 m |
Stazione Inferiore | 754 | 7650 m |
Pugliano (Vesuvio fino al 1928): Si trattava di uno splendido edificio in pietra vulcanica e tufo con una caratteristica torretta e una poetica veranda sempre aperta, protetta da una pensilina rivestita del sempreverde Eleagnus ferrugineum. Un piazzale ampio e sempre pulito separava la stazione di Pugliano da quella di Resina della Circumvesuviana. Nel 1928 il fabbricato mutò l’originaria denominazione di “Vesuvio” in “Pugliano”. Dopo la data di chiusura della linea (1955), lo spazio antistante l’edificio fu impiegato per lo stazionamento degli autobus che conducevano al Vesuvio; in questo modo la stazione rimase intatta fino al 1972-73, quando la Circumvesuviana eseguì i lavori di copertura dei binari nel tratto di Pugliano; come conseguenza di tali lavori le stazioni Pugliano e Resina furono abbattute per sempre.
Olivi: Era la stazione di partenza, così chiamata perché ospitata in una zona piantata ad olivi, a monte del santuario di Pugliano; era un edificio costruito con legno di pino come la stazione dell’Eremo, in cui i turisti potevano acquistare souvenirs, cartoline, opuscoli e libri. Il 6 gennaio 1913, fu rimpiazzata dalla nuova stazione di Pugliano, 450 metri più giù, proprio di fronte alla stazione Resina della Circumvesuviana.
Centrale elettrica – Deposito: E’ un edificio di pregevole fattura, anch’esso edificato con tufo e pietra vulcanica, che dopo quasi un secolo di vita è tuttora in piedi, anche se parecchio malandato. Prima che fosse disponibile l’elettricità pubblica, la ferrovia doveva generare la propria energia. Alla centrale, sotto due ampie tettoie, una in lamiera l’altra di tegole, due motori a gas brevettati Brown, accoppiati con dinamo Brown Boveri disposte in parallelo con un banco di accumulatori Tudor fornivano l’energia di 550 Volts necessaria al funzionamento della linea; quando l’assorbimento era ragguardevole, gli accumulatori cedevano energia, quando invece l’assorbimento era basso o nullo, venivano ricaricati dalle dinamo o dalle stesse locomotive che in discesa ricoveravano energia, comportandosi come vere e proprie dinamo. Solo negli ultimi anni, la centrale funzionò con l’energia pubblica. L’edificio fungeva inoltre da deposito vetture ed officina riparazioni.
A monte della centrale elettrica, due grosse cisterne conservavano l’acqua piovana necessaria al funzionamento dei macchinari. Tali cisterne sono state negli ultimi anni deliberatamente abbattute.
Eremo: La stazione era ospitata in un’oasi verdeggiante e saluberrima, insieme alla chiesetta di S.Salvatore, all’Hotel Eremo ed all’Osservatorio Vesuviano edifici tuttora esistenti. Si trattava di una casetta costruita in legno di pino, piccola e graziosa, che rassomigliava a un tipico villino di montagna. Anche qui, come nella stazione Olivi era possibile acquistare souvenirs, cartoline, opuscoli e libri. Pochi metri più su della stazione fu costruito uno chalet per venire incontro alle esigenze dei turisti. Dalle foto d’epoca disponibili, sembra che tra il 1920 ed il 1930, lo chalet Eremo sia stato smantellato e che la piccola stazione Eremo sia stata ingrandita.
Stazione inferiore funicolare: La stazione terminale della ferrovia del Vesuvio era la stazione inferiore della funicolare. Qui i turisti lasciavano il trenino per salire sul piano inclinato. L’edificio originario, fiancheggiato dal ristorante, fu distrutto dall’eruzione del 1906; il nuovo edificio costruito nel 1909 invece nonostante i gravi danni riportati sopravvisse alle eruzioni del 1929 e 1944. Nel 1953 fu trasformato con le opportune modifiche in stazione inferiore della seggiovia.